Abstract / Description of output
Questo saggio esplora il rapporto di Pasolini con l’avanguardia degli anni Sessanta attraverso i suoi progetti di scrittura del Paradiso in una “lingua del futuro”. L’ipotesi di fondo è che questi progetti siano un tentativo d’integrare la poetica della mimesi dantesca con una critica linguistica della pop art, in quanto discorso “previssuto” della società post-industriale. Questa ipotesi viene sviluppata all’incrocio di due principali linee tematiche. In primo luogo, l’identificazione delle prospettive linguistiche del futuro con “il progetto e la costruzione (in corso) dei Due Paradisi – quello neocapitalistico e quello comunista”, come leggiamo nella Divina Mimesis (1975). In secondo luogo, l’individuazione della fabbrica come centro di omologazione sociale della lingua tecnologica, secondo le conclusioni dell’Intervento sul discorso libero indiretto (1965). Nella parte finale, un confronto con il film di Elio Petri, La classe operaia va in Paradiso (1971), suggerisce la catena di montaggio come metafora dell’impossibilità di un nuovo realismo mimetico e critico, che possa “far parlare la fabbrica, usufruire della sua lingua, reperirvi un margine di libertà, riviverla”.
Translated title of the contribution | The Rearguard of Paradise: Pasolini and the Language of the Future |
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Original language | Italian |
Pages (from-to) | 27-43 |
Number of pages | 17 |
Journal | Annali d'Italianistica |
Volume | 40 |
Issue number | 2022 |
Publication status | Published - 19 Oct 2022 |
Keywords / Materials (for Non-textual outputs)
- Pasolini
- Paradise
- Free Indirect Discourse
- Pop Art
- Factory
- assembly line
- Petri